Stagioni Pirandelliane di Luigi Pirandello

Personaggi e Interpreti:
L’AVVOCATO: Gastone Saggia
LA MOGLIE: Marina Vecelli
IL DOTTOR DENORA: Antonio Mosele
BELLAVITA: Massimo Genovese
ANNA CORSI: Cristina Lanaro
TOMMASO CORSI: Giampiero Pozza
L’UOMO IN VIAGGIO: Antonio Russo

Scene e Luci
Giampiero Pozza

Musiche
Alessandro Casula

Adattamento
Giampiero Pozza

Assistente alla Regia
Bruna Zen

Regia
Giampiero Pozza
(Il dovere del medico, L'uomo dal fiore in bocca)
Antonio Mosele
(Bellavita)

Sempre desiderosa di mettersi in gioco con diverse tipologie di allestimento, nel 1995 La Zonta decise di abbandonare per una volta il registro comico e di affrontare quello drammatico. Lo fece con decisione, scegliendo di mettere in scena uno degli autori più rappresentativi del ‘900, quel Luigi Pirandello i cui testi sono capaci di mettere in difficoltà anche gli attori più navigati.

A rendere ancor più difficoltoso l’allestimento fu la scelta di rappresentare non un unico testo ma tre atti unici i quali, nell’intento di creare uno spettacolo armonico, richiesero un ulteriore lavoro di adattamento che, ispirandosi ai cicli stagionali, finì con il determinare il titolo dello spettacolo.

Già dalle prime riunioni la compagnia si rese conto che STAGIONI PIRANDELLIANE avrebbe messo a dura prova le capacità interpretative degli attori, costringendoli ad abbandonare gli acquisiti “strumenti del mestiere” dell’arte comica per esplorare un nuovo modo di porsi nei riguardi del pubblico.

L’esito finale fu uno spettacolo teso ed essenziale dove, nonostante qualche incertezza nella recitazione, si potevano trovare momenti di grande suggestione poetica, grazie anche alle straordinarie musiche composte per l’occasione da Alessandro Casula, che diverrà da allora un collaboratore abituale del gruppo.

Indimenticabile la sera della “prima” al Teatro Comunale, durante la quale il pubblico assistette alla rappresentazione in religioso silenzio, salvo poi sciogliersi in un lunghissimo applauso finale. Situazione destinata a ripetersi 14 anni dopo, quando la compagnia tornerà a cimentarsi nel registro drammatico con il fortunato Salomè.

Lo spettacolo purtroppo, anche a causa della sua spiccata drammaticità, non incontrò però il favore degli organizzatori delle rassegne e l’attività di replica venne abbandonata dalla compagnia ad un anno circa dalla prima rappresentazione.

Per tutti coloro che vi parteciparono, “Stagioni Pirandelliane” fu comunque un’esperienza di forte maturazione attoriale della quale beneficiarono tutti gli allestimenti successivi. Da segnalare l’esordio alla regia di Antonio Mosele, socio fondatore del gruppo.

COSI’ LO PRESENTAVAMO (dal foglio di sala):

La base di partenza è costituita dai 3 atti unici ma "Stagioni Pirandelliane" è a tutti gli effetti un unico, coinvolgente spettacolo, diviso in 2 atti. Segue le vicende di una famiglia, quella di un avvocato, che in tre diverse stagioni si trova alle prese con tre eventi che ne segneranno l’esistenza.

Si inizia in primavera con una vicenda all'insegna del grottesco. L’avvocato si trova a far da pacere tra Bellavita, pasticcere e il Dottor Denora; motivo della contesa è Michelino, ragazzo dalla incerta paternità. L’incontro tra i due contendenti ha tutta l’aria di una resa dei conti, nella quale affiorano antichi rancori. In “Bellavita” (1928) domina quell’atmosfera tragicomica propria di tanti capolavori pirandelliani.

Estate. Un nuovo evento, che tocca più da vicino l'avvocato. Il suo genero Tommaso ha tentato il suicidio. Ma perché? Cos’è accaduto a quell’uomo entusiasta della vita, innamorato della moglie e dei figli che è Tommaso Corsi? Alla base di tutto un terribile equivoco e un grande interrogativo morale. “Il dovere del medico” (1910) ci propone un Pirandello tormentato, a tratti straziante e di ineguagliabile intensità.

E’ ormai autunno. L'avvocato chiacchiera con uno sconosciuto del "piacere dell'immaginazione". Lo sconosciuto ha perso il treno, l'avvocato invece... Impossibile descrivere “L’uomo dal fiore in bocca” (1923), uno dei brani più toccanti della letteratura italiana del nostro secolo.

La nuova veste che l'allestimento propone, pur nel rispetto del testo pirandelliano, sposta l’azione ai giorni nostri mettendo così in risalto l'attualità delle tematiche e dei personaggi che ce le presentano, permanentemente in bilico come sono tra le proprie ragioni e "la ragione degli altri".

LUIGI PIRANDELLO (Agrigento 1867, Roma 1936) - Drammaturgo e narratore formatosi nell'ambiente siciliano, frequentò l'Università di Roma e concluderà i suoi studi laureandosi a Bonn. Rappresentò sulle scene l'incapacità dell'uomo di identificarsi con la propria personalità, nel dramma della ricerca di una verità al di là delle convenzioni e delle apparenze. Due anni prima della morte gli fu conferito il premio Nobel per la letteratura. Tra le sue opere più celebri: “Il fu Mattia Pascal” (1904), “Uno nessuno e centomila” (1926) e la sua raccolta di “Novelle per un anno”. Pirandello raggiunse tuttavia la fama attraverso i suoi lavori teatrali (tra i titoli “Lumìe di Sicilia”, “Cosi è se vi pare”, “Sei personaggi in cerca di autore”, “Enrico IV”) ricevendo all’epoca grandi accoglienze anche all’estero, soprattutto in Germania ed in Francia. I suoi drammi sono ancor oggi interpretati dalle maggiori compagnie di tutto il mondo.