L'Isola dei Lenti e l'Isola dei Lesti di Jean Tardieu

Personaggi e Interpreti:
SIGNOR PIC - Enrico Zanchetta
SIGNORA PIC - Cristina Lanaro
SOSTENIO - Gioia Cavedon
LILI’ - Alice Di Lauro
SIGNORA EGOGLA - Marina Vecelli
PRIMA GUARDIA - Patrizia Rigo
SECONDA GUARDIA - Marcella Dagli Orti
NARRATORE - Marco Busin
IL MAGO - Paolo Del Monte
LA BALLERINA - Chiara Vecelli

Costumi e Coreografie
Alice Di Lauro

Scene
Patrizia Rigo

Luci
Giampiero Pozza

Assistente alla Regia
Devis Bonetto

Adattamento e Regia
Fidelio Bonaguro

LINK
www.fideliobonaguro.it

Il 2005 fu per la compagnia un anno particolarmente dedicato al mondo dell’infanzia. Infatti, dopo l’esordio di 2 Fiabe per Cominciare, La Zonta scelse di allestire un’altro spettacolo destinato al pubblico dei piccoli. Desiderosa però di sperimentare un diverso tocco registico, la compagnia si rivolse a Fidelio Bonaguro in ragione della sua grande esperienza nell’allestimento di teatro per e con ragazzi. Il regista propose al gruppo “L’Isola dei Lenti e l’Isola dei Lesti”, una fiaba comica e surreale basata su di un’opera radiofonica di Jean Tardieu.

Lo stile di Bonaguro era molto particolare, venato com’era di atmosfere dadaiste e futuriste, con un impianto scenico dai colori decisi ed un utilizzo dei suoni estremamente espressivo. Gli attori vennero quindi chiamati ad utilizzare una recitazione fortemente anti-naturalistica, con voci “accelerate” o “rallentate” ed una mimica ispirata alle movenze delle marionette. Al cast originario vennero aggiunti inoltre un illusionista ed una danzatrice classica che contribuirono a rendere ulteriormente imprevedibile il susseguirsi degli eventi narrati.

Rappresentato per la prima volta nel periodo natalizio, lo spettacolo si offrì alla platea come un’opera geniale e bizzarra che disorientava a tratti gli spettatori adulti, ottenendo invece subito l’apprezzamento dal pubblico dei bambini. Nonostante questo però, l’allestimento stranamente non incontrò la fiducia degli organizzatori delle rassegne e la compagnia si vide costretta a chiudere prematuramente la turnée per mancanza di richieste.

A tutt'oggi lo spettacolo ha una particolare importanza affettiva per la compagnia, in quanto si tratta di una delle ultime regie di Fidelio Bonaguro, prematuramente scomparso 2 anni dopo.

COSI’ LO PRESENTAVAMO (dal foglio di sala):

Sostenio e Lilì sono perdutamente innamorati ma, come in ogni favola che si rispetti, c'è qualcosa che rende difficile il loro matrimonio... Il problema sta nel fatto che la famiglia di Sostenio è a capo della compagnia di navigazione a vela dell'Isola dei Lenti, mentre la famiglia di Lilì è a capo della compagnia di aviazione dell'Isola dei Lesti. Due isole dove le cose e le persone agiscono con una opposta velocità, un amore “sfasato” quindi, dagli esiti comici e fantastici inaspettati, un'originalissima riflessione sui temi della diversità.

Tutto questo è “L'isola dei lenti e l'isola dei lesti”, la fiaba in dialoghi di Jean Tardieu. Non è un caso che la voce narrante inserita nello spettacolo sia quella di un bambino: il testo di Tardieu viene infatti rivisitato dalla “Zonta” attraverso un linguaggio teatrale curioso e sorprendente, particolarmente vicino all’espressività infantile. Garantiscono un impatto immediato sul giovane pubblico la gestualità accentuata, a tratti burattinesca degli attori, l'uso delle voci e l’impianto scenico dai colori decisi e dalle linee essenziali, vagamente futurista. Non mancano neppure le suggestioni delle magie di un prestigiatore e la poeticità della danza.

Al pubblico non resta che lasciarsi condurre in questo fantastico mondo immaginario che fa da sfondo all'amore tra Sostenio e Lilì, due giovani tra loro “diversi”, in quanto abitanti di due paesi vicini nello spazio ma lontani nei costumi. La loro diversità, così come quella dei loro paesi, potrebbe risultare conveniente per un accordo “economico”, come desidererebbero i loro genitori, ma non sarà questa la strada che sceglieranno i due innamorati…

JEAN TARDIEU (Saint-Germain-de-Joux, 1903 - Créteil, 1995) - Ha esordito con le poesie de Il fiume nascosto (Le fleuve caché, 1933). Ha scritto poi le sue poesie migliori durante la resistenza antinazista e nel dopoguerra: Poesie (Poèmes, 1944), Giorni pietrificati (Jours pétrifiés, 1948). Poi, in parallelo con le esperienze di Queneau e di Prévert, la sua poesia si è mossa tra ironia e divertissement stilistico: Signor Signor (Monsieur Monsieur, 1951). Del 1976 è la raccolta di versi Formeries. Per il teatro Tardieu ha realizzato commedie e atti unici che svolgono con divertimento e leggerezza i temi dell'assurdo. Oltre a “L'isola dei lenti e l'isola dei lesti”, copione fiabesco nato come originale radiofonico si ricordano: Un gesto per un altro (Un geste pour un autre, 1951), Lo sportello (Le guichet, 1955), La serratura (Le serrure, 1955). Non solo teatro per ragazzi, ma anche sketch comici, scenette da cabaret, raccolti poi nel volume Teatro da camera (Théâtre de chambre, 1955). I testi successivi sono poi stati riuniti in Poesie da recitare (Poèmes à jouer, 1960), e in Una serata in Provenza o la parola e il grido (Une soirée en Provence ou le mot et le cri, 1975).